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Terremoto in Emilia: prevenzione e profezie catastrofiste

La terra trema ancora in Emilia-Romagna, lo sciame sismico non sembra voler abbandonare la regione. Dalla prima intensa scossa del 20 maggio, 5.9 di magnitudo,  ne sono susseguite diverse centinaia più lievi di assestamento fino a quella registrata ieri che ha quasi eguagliato in termini di potenza la prima, raggiungendo i 5.8 gradi della scala Richter. In teoria non si tratta di terremoti devastanti, almeno per quel che riguarda il livello d’intensità, tuttavia molte strutture datate non hanno retto, oltre a diversi capannoni industriali, probabilmente non in regola con le norme sicurezza strutturali, che crollando hanno ucciso dieci operai; tra cui anche un messinese, Paolo Siclari.

Secondo alcuni esperti di geofisica e ambiente, sembra che il 70% delle abitazioni, presenti sul territorio italiano, non siano in regola con le vigenti norme antisismiche. E c’è anche chi lo avrebbe previsto il terremoto, ovvero il professor Panza, il quale dichiarava, in tempi non sospetti, che uno sciame sismico avrebbe interessato la provincia di Modena, nel periodo compreso tra marzo e ottobre del presente anno. Non mancano anche ipotesi fantasiose sulla possibile induzione del terremoto, a causa di chissà quali esperimenti nel sottosuolo; tuttavia direi che quest’ultima è davvero un’ipotesi fantascientifica. Per non parlare degli “esaltati” che scorgono l’avverarsi delle profezie catastrofiste dei Maya per il 2012; roba da manicomio.

I terremoti sono una realtà che nulla ha a che fare con le visioni astrali, il loro potenziale distruttivo può essere ridotto solo attraverso la prevenzione. Territori d’Italia che prima sembravano immuni, sono adesso divenuti a rischio. L’unica possibilità di salvezza è adeguare tutte le nuove strutture a rigorosi criteri antisismici. Le catastrofi naturali magari non saranno preventivabili, tuttavia possono essere quantificati i loro effetti distruttivi, quindi arginati. Occorre un piano edilizio a carattere nazionale che esiga imperativamente rispetto delle norme di costruzione (sia per le abitazioni civili che per i capannoni industriali) in grado di limitare i danni delle prossime catastrofi, che statisticamente potrebbero interessare il nostro Paese nei prossimi mesi o anni.




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