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Messina: Luigi Genovese è indagato per riciclaggio


Evasione fiscale e riciclaggio di danaro, secondo la Procura di Messina, come riportato nell'avviso di garanzia che stamane è stato notificato a Luigi Genovese. Il padre, Francantonio Genovese, era stato condannato in primo grado a 11 anni per corruzione. Un altro ciclone giudiziario, che ha condotto al sequestro di decine di milioni di euro (beni immobili e contanti), scuote la famiglia. Secondo la Dda, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, i beni dei Genovese sarebbero oggetto di "reiterazione criminale con pervicacia di un piano articolato e strategico".


L'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, parte da un conto svizzero contenente fondi depositati presso la società 'Credit Suisse Bermuda'. L'accertamento è stato notificato all'interessato prima ancora del suo insediamento a Palazzo dei Normanni, anche detto Palazzo Reale.

Si trovavano depositati in contanti, a Montecarlo, nella Banca 'Julius Baer', gli oltre venticinque milioni di euro sequestrati, su un conto intestato ad una società della Repubblica di Panama (America centrale) offshore (ossia, una società di un paese estero, il cui regime fiscale è agevolato o con peso tributario contenuto; la cui burocrazia è semplificata e che consente una garanzia di riservatezza per il diritto di privacy, grazie al segreto bancario). Coinvolti anche i depositi effettuati presso la Banca di credito peloritano, e l'Unicredit, e le quote societarie della L&A e della Gepa.
Su disposizione del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dei sostituti Fabrizio Romeo e Antonio Carchietti, con il visto del procuratore De Lucia, sono stati apposti i sigilli, alla villa di famiglia, a Ganzirri, e agli appartamenti sparsi tra Roma, Taormina e Messina; ; il patrimonio al quale la Guardia di Finanza di Messina ha posto i sigilli in esecuzione del provvedimento disposto.

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